Quando ho saputo dell'idea di realizzare la serata "In a Nutshell Out", non ho avuto dubbi sulla mia volontà di partecipare.
Mi sono detta: “ecco una splendida occasione per rappresentare sul palco quello che forse non immagineremmo mai di poter rappresentare, per provare a dare voce (la nostra voce) a quei personaggi che ci fanno sognare quando li vediamo rappresentati a teatro o quando leggiamo un testo, per scavare dentro di noi e trovare quelle emozioni che di solito teniamo nascoste…”
Con questo spirito, mi sono messa alla ricerca del pezzo da rappresentare: devo dire che la scelta è stata quasi scontata perché da sempre il personaggio di Medea mi ha affascinato per la sua figura così bella e terribile (chissà perché i "cattivi" sono sempre così interessanti!).
Mi sono quindi messa al lavoro sul testo di Seneca, un testo che ho avuto modo di leggere in lingua originale e che secondo me, meglio di altre versioni, mette in luce le motivazioni profonde che stanno alla base del gesto smisurato di questa donna crudele e selvaggia, ma in fondo profondamente umana. Questo era in fondo quello che volevo trasmettere: l'umanità di Medea.
L'emozione di quella serata è stata fortissima, prima, durante e dopo essere saliti sul palco...e non solo perché ho potuto dare voce alla mia Medea. A rendere speciale e unica quella serata sono stati soprattutto i tanti "compagni di avventura" che hanno voluto salire su quel palco e raccontar- si in modo ora divertente, ora ironico, ora amaro, ora doloroso, ora forte...ma sempre comunicando emozioni vere, intense, che hanno lasciato il segno in me, come credo in tutti i presenti.
Ed è questo credo il risultato più bello ottenuto quella sera e il senso più vero del fare teatro.
Elisabetta C.
stefano
Lucia
Andrea Genito