Confessioni di una contessa per caso
L’opera mi era piaciuta subito, fin da quando ho assistito alle prime prove, nella storica sede dell’Asilo Rossi.
L’ho seguita poi con interesse, a partire dalla “prima” a Schio, nel teatro delle Canossiane: ricordo bene l’impatto della scenografia, semplice ma raffinata, i bellissimi costumi e poi i personaggi, tutti così azzeccati…
Già da allora mi ero fatta l’idea che questa commedia avrebbe dato grandi soddisfazioni alla nostra Associazione (da subito veniva selezionata ai festival e riceveva punteggi altissimi). Mi dispiaceva soltanto di una cosa: di non farne parte!
Accadde poi che qualche anno dopo il Maestro mi chiamò per sostituire un’attrice che aveva lasciato la Compagnia (a volte i sogni si avverano!) e così è iniziata la mia avventura nei Tramaci.
Mi ricordo il debutto con un doppio spettacolo nel teatrino di SS.Trinità (il posto migliore per debuttare: pubblico caloroso e familiare e dopo lo spettacolo… fiori alle attrici e lauto rinfresco!!). E poi via con le trasferte (la prima è a Bolzano nel bellissimo Teatro Cristallo, dove si smonta la scenografia dal camion direttamente sul palco…wow!!!).
Mi trovo subito a mio agio con il cast che mi accoglie affettuosamente: ci sono persone che hanno anni di esperienza e altre più “giovani” teatralmente, ma in tutti ritrovo una grande umiltà, la voglia di lavorare, fianco a fianco, con la convinzione di aver ancora molto da imparare, dal Maestro e dai compagni.
Ogni spettacolo è vissuto con leggerezza e con quella serenità che fa superare anche le piccole o grandi difficoltà che a volte si presentano. C’è la voglia di stare insieme, che rende piacevole ogni momento, anche il carico-scarico o il montaggio delle scenografie, durante il quale non è raro che gli attori improvvisino divertenti sketch, interpretando i rispettivi personaggi.
Quando poi arriva il momento di salire sul palco, inizia la vera magia: si sente, si respira che siamo tutti lì, insieme, con quella voglia di divertirsi che ci fa ridere ogni volta delle nostre battute, che ci fa inventare da un errore qualcosa di nuovo ed esilarante, tanto che alla fine dello spettacolo si avrebbe voglia di ricominciare!
Poi sono arrivati i premi, giusto riconoscimento per il lavoro paziente svolto negli anni dal Maestro con i suoi attori: un lavoro fatto di dedizione, sacrificio, impegno, a volte fatica, ma anche tanto entusiasmo.
Difficile dimenticare le parole della Giuria di Sansepolcro, che dopo lo spettacolo si complimentava con gli attori, uno per uno, dicendo che nei nostri personaggi aveva ritrovato la gestualità tipica della Commedia dell’Arte e la comicità della tradizione teatrale veneta, lodando il ritmo e le capacità interpretative di tutti… pur dichiarando di non aver capito una sola parola!!
Ancor più difficile per me dimenticare quella sera d’agosto a Terni, quando, arrivata lì per caso per far compagnia ad Elena, dopo un lungo viaggio sotto il sole cocente, me ne stavo affondata nella mia seggiolina al Parco Rosselli, preparandomi a seguire la premiazione da spettatrice.
E all’improvviso ecco la Giuria fare il nome di Schio Teatro Ottanta, ecco la gioia per il premio al “nostro” Alessandro Testolin e subito dopo, nella sorpresa più totale, ecco che mi ritrovo anch’io sul palco, con un premio in mano, il cuore che batte a mille, la testa in un turbinio di pensieri…Il primo pensiero è per il Maestro, che un giorno mi ha accolta, incerta e titubante, alla Bottega, che mi ha fatto sentire a mio agio, nonostante la mia timidezza, e mi ha aiutato negli anni a far emergere emozioni che non sapevo di possedere, facendomi crescere umanamente e teatralmente… Se sono qui lo devo a lui: grazie Maestro!
Il secondo è per i compagni del cast dei Tramaci con i quali ho condiviso tante belle emozioni sul palcoscenico… Sono felice e orgogliosa di far parte di questo cast e vorrei che fossero tutti lì, con me, per condividere questo momento, perché questo premio è anche di tutti loro… Grazie amici Tramacisti!
Il terzo pensiero va oltre e si allarga a tutti gli attori di Schio Teatro Ottanta, tutti quelli che ho incontrato, nel passato e nel presente: persone diverse, a volte molto diverse da me, persone con cui ho legato molto, altre con cui non ho legato affatto: eppure, con tutti ho condiviso qualcosa sul palcoscenico e questo mi ha sicuramente arricchita nel mio percorso personale.
E una volta di più mi accorgo di quanto siano vere le parole scritte dal nostro Maestro nel bellissimo monologo finale dei Tramaci, che ho l’onore di pronunciare: “Semo solo comedianti, che drio el velario se metemo su le maschere de altri…ma rento, rento ste belesse da carneval, ghe semo sempre nualtri: omeni e done…” E quando siamo su di un palco, su quelle “quatro tole” (siano quelle del Velario o del palco di un festival nazionale) e mettiamo la nostra anima nel personaggio che stiamo interpretando, lì superiamo tutto quello che ci può dividere e ci ritroviamo uniti, in una medesima emozione, in una medesima passione. Perché in fondo, tutto quello che facciamo, lo facciamo “per amor… per amor del teatro”.
Buon teatro a tutti!
Vostra umilissima.
Contessa Argante
Elisabetta Cocco
stefano
Lucia
Andrea Genito