Eccomi qua, mi ritrovo qui a scrivere per raccontare il mio ritorno teatrale… Per un po’ di tempo sono rimasto distante dal Piccolo Velario e, di conseguenza, anche dalle persone che lo frequentavano e che lo frequentano… per scelte di vita che hanno certamente lasciato impronte. Mi accorgo che spiegare e cercare di dire scrivendo non è per niente facile, soprattutto pensando che ci sarà qualcuno che leggerà, ma lo voglio fare perché in qualche modo lo devo all’associazione intera che è rappresentata con onore e massima dedizione ed impegno nella persona del regista, nonché maestro, nonché Presidente della stessa (non vuole essere una forma di “lecchinaggio”), Paolo Balzani!
La poesia (che andrete a leggere qui a fianco) è scaturita un pomeriggio di fine settembre, dopo l’esperienza di “Enarrotopia” che mi ha fatto respirare un’aria nuova ma allo stesso tempo vecchia e piena: quella del palcoscenico, spazio di creatività, spazio di un tempo o tanti tempi dell’arte teatrale dilatati e ristretti, pulsanti e VIVI perché resi tali dalle persone che lo calcano. Il profumo del Velario così intenso mi ha parlato di tante possibilità, non solo artistiche, vocali, ma anche di liberazione, di obiettivi, di apertura, di condivisione, di passione.
Non sono il tipo che va a teatro a vedere altri che recitano (magari a volte capita se mi viene proposto) e qui qualcuno mi dirà che sbaglio e gli do ragione, perché da altri si possono imparare un sacco di cose; ma ho capito che mi piace crearlo il teatro… dal di dentro, “usarmi”, tirare fuori qualità, sensazioni, emozioni, “intruppamenti”, casini, fastidi, rogne, pianti, risa e quant’altro esiste in me per esprimere! È - e sarà - un lavoro duro, non certo semplice ma di sicuro affascinante! Per quanto mi riguarda il fatto di fare questo assieme ad altri, ha un valore immenso ed una bellezza di rara forma, perché ognuno si apre ed apre il suo mondo agli altri. Un mondo di umanità fatiche e gioie, traguardi raggiunti o sperati!
Ciò che è sicuro è che mi sono buttato con decisione e forse chi mi conosce lo ha visto, e chi non mi conosce magari avrà pensato “ma che vuole questo qui?” …. Nella prima serata di Bottega, dove appunto ci si presenta uno alla volta, quando è arrivato il mio turno, ho cercato di dire i miei lati positivi, e le parole che usai furono “sensibile, romantico, solare” ma in realtà avrei dovuto dire “a volte posso essere sensibile, alle volte persino romantico e solare”, ma almeno un lato negativo lo dovevo tirar fuori…ad esempio che faccio una fatica bestiale ad essere concreto! Dico questo perché all’interno dell’Associazione ho spesso messo in campo questo mio difetto e ne hanno purtroppo fatto le spese alcuni componenti… per non parlare poi del fatto che ero altamente indeciso, instabile e alle volte inconcludente o meglio se “concludevo” (parola che non mi piace, dato che forse non esprime esattamente ciò che voglio dire…) poi mollavo e lasciavo il maestro, come si suol dire, in “braghe di tela”.
Paolo ma sei proprio sicuro di tenermi??
Un forte abbraccio a tutti e buon teatro e tanta ma tanta di quella Merda che metà basta a riempire la nostra sede!!
Andrea C.
stefano
Lucia
Andrea Genito